Una scuola da non abbandonare
I numeri parlano chiaro, i ragazzi toscani abbandonano la scuola più dei loro colleghi di altre regioni. E questo é un neo decisamente preoccupante perché qualsiasi allarme proveniente dal mondo scolastico scopre fenomeni dalle origini lontane e complesse che richiedono soluzioni riflettute e tempi lunghi.
Si abbandona la scuola perché la scuola oggi sta abbandonando sempre di più tanti ragazzi che ingrossano le nostre classi “pollaio” rimanendo troppo spesso esterni ai percorsi educativi, fino a autoescludersi.
La scuola ha sempre minori supporti educativi, non riesce a fronteggiare l'inserimento vero degli alunni stranieri, non ce la fa a sostenere i ragazzi che alle loro spalle hanno famiglie fragili, situazioni economiche disperate, solitudini totali magari dissimulate dietro facciate iperprotettive. E scarseggiano gli insegnanti di sostegno che la legge, non lo dimentichiamo, pone a supporto dell'intero gruppo classe, manca il finanziamento alle azioni di recupero, manca la formazione dei docenti che oltretutto nella loro cronica precarietà non possono garantire nessuna continuità formativa. Scuola troppo umanistica, poco operativa: può essere una lettura interessante, che rischia comunque di stimolare risposte molto unilaterali e di facciata.. La questione é certamente più complessa e riguarda l'orientamento dei ragazzi e la formazione dei docenti. Una proposta: più spazio alle attività complementari nella scuola, quelle che consentono di rafforzare il senso di appartenenza e la solidarietà; più strumenti per gli insegnanti per valorizzare lo specifico dei corsi di studio prescelti, tutti buoni se a misura di interessi e inclinazioni diversi. Facciamo teatro a scuola, facciamo musica, diamo valore al gruppo, supportiamolo con insegnanti dalla professionalità riconosciuta. Perché la scuola toscana non sia abbandonata.